Di Punta Grande e della ricchezza. Quella vera.

Ricapitoliamo.
Sono al computer che discuto su facebook tra chi mi propone un ambizioso progetto online e chi mi chiede un parere su questioni che sembrano aver bisogno di un diverso punto di vista.
E’ pomeriggio tardi e non ho ancora iniziato a lavorare: sono andato in palestra, ho mangiato, ho riposato… ho fatto un sacco di cose. 😉
Fatto sta… che non ho ancora iniziato a lavorare!
Sono lì davanti al computer preso da questi pensieri, quando mi arriva un messaggio:
– Vieni a vedere il tramonto? 🙂
Siamo da poco nella nostra nuova casetta vista mare a pochi passi da Punta Grande; l’idea di passeggiare nell’incredibile scenario di questo pezzo di El Hierro, dove la roccia nera e dura del vulcano incontra un Atlantico impetuoso… è uno dei motivi per cui siamo qua.
Non ho ancora iniziato a lavorare… ma oggi me lo posso permettere:
- sono un freelance, non ho capi, non ho orari… ho solo clienti ma oggi stanno tutti bene.
- di solito non bado a spese, ma obiettivamente il costo della mia vita è piuttosto basso se paragonato a quello che potrei avere in un’altra vita in Italia, una vita con un affitto da pagare in città, una macchina con cui andare in ufficio, i soliti divertimenti, le solite abitudini, le solite spese.
- non ho debiti, non ho mutui, non ho ambizioni a comprare cose che non posso permettermi o che mi costringerebbero a lavorare per mettere da parte i soldi.
Non ho ancora iniziato a lavorare… Ma oggi scelgo di andare a vedere il tramonto.
Forse in passato avrei fatto una scelta diversa… ma in qualche angolo del mio inconscio sento ancora il rimpianto per non esserci andato quella volta! Questa, non me lo faccio scappare questo tramonto in perfetta compagnia.
Vado e il tramonto di El Hierro non delude: bello, mistico. Di quel mistico che è solo dell’oceano.
Ci avviciniamo all’hotel più piccolo del mondo, ché non si può non celebrare il momento, che lo si bagni con almeno una birretta!
L’hotel con quella sua strana forma ad arpione, le vecchie lanterne appese ai muri, la roccia che si scontra contro il mare e anche quel pescatore che era lì in quella posizione anche ieri!
Ed il tassista più vecchio del mondo con quella Mercedes anni ’70, il bar dell’hotel aperto, un lampadario fatto con le possenti radici di un albero gigantesco, una parete di targhe e insegne incomprensibili e quello scafandro là nell’angolo. Anche il barista… non mi meraviglierei se arrivasse con una benda in un occhio e ci aprisse le birre con l’uncino attaccato dove una volta c’era una mano sinistra.
Sembra un posto da film, o meglio, da racconto. Ma questa deve essere senz’altro un’altra storia. Quella che invece volevo raccontare è questa che ci vede di fronte ad uno spettacolo della natura come lo è forse ogni tramonto… ma questo qui di El Hierro forse, per me, lo è un pochino di più. Un tramonto in un posto speciale. Speciale perché sorprendente quanto sconosciuto ma anche perché ce lo siamo andati a cercare, perché ce lo siamo conquistato con un lungo viaggio. Quello che ci ha visti arrivare nella meno visitata delle isole Canarie e quello che ci ha visti passare anche per i tormenti delle nostre due anime, belle ma complicate.
Ma seduti fuori dal bar dell’hotel più piccolo del mondo, di fronte ad un tramonto mistico (di quel mistico che è solo dell’oceano) e con due birre da bere in onore di un eterno – e meraviglioso – qui-e-ora… mi viene solo in mente quello che quest’anima bella e complicata mi disse solo ieri di fronte allo stesso tramonto visto da un’altro angolo di El Hierro:
– Siamo dei signori! 🙂