Vamos al mercadillo!

Bisogna essere onesti: Tigaday non spicca nell’economia mondiale per l’offerta di intrattenimenti. La vita qui scorre tranquilla e gli eventi conviviali spesso si riducono a due chiacchiere con i locali in uno dei baretti del paesino e a qualche carezza allungata ai cani pulciosi che scorazzano liberi. Accade così che la domenica si trasformi nel giorno “caldo” della settimana, quello in cui ci si fa belli per svoltare l’angolo…e andare al mercato!
Il mercadillo di Tigaday è un piccolo aggregato di bancarelle coperte allestite in plaza Benito Padrón che vendono un po’ di tutto: verdura e frutta, rigorosamente bio, prodotti della gastronomia locale – quesadilla, formaggio herreño, vino tinto de La Frontera, marmellate di ananas – piccoli manufatti artigianali, come ciondoli, orecchini, sciarpe e cornici. Ci sono anche un paio di stand che offrono un’ampia scelta di vestiti usati e una discreta collezione di libri in lingua spagnola. A vendere sono direttamente i produttori, canari ma anche diversi tedeschi che da anni hanno deciso di rimboccarsi le maniche per contribuire allo sviluppo dell’economia locale.
Una delle prime cose che faccio quando arrivo in un posto nuovo è fare un salto al mercato, perché è lì che si annida la vera anima di un luogo, lì dove capisci cosa ti aspetta e con chi avrai a che fare. Al mercadillo di Tigaday, sento odore di buono, di vita sana, sento la cadenza lenta delle chiacchiere dei canari che si raccolgono sotto il sole, sento i sorrisi che scorrono dai venditori ai clienti e i “buena” privati di “s” saltellare da una bancarella all’altra. E capisco che io, qui, mi troverò bene.