Playa de Tasarte: dove neanche i Canarioni si avventurano

Riassumendo:
Partenza con raccolta di tutti i miei averi stipati in (1) zainone e (1) valigione.
2 bus e numerosi tornanti dopo si finisce in un “barranco” (traduzione: “burrone”) vista mare.
Doveva attenderci un certo “Viento”, un ragazzo polacco che ha vissuto 2 anni con gli sciamani peruviani trascorrendo allegre serate bagnate dall’Ayahuasca.
Ma in realtà incrontriamo ragazzi carinissimi di parmigiana origine che si trovano lì alla “guest house” per uno scambio lavoro/vitto+alloggio.
Il capo (italiano) non c’è.
L’accordo prevedeva in realtà cose che poi si scopre non potevano essere mantenute, tra cui disponibilità di un adorabile e scassatissimo pandino e accesso al frigorifero (vuoto).
Ci ritroviamo quindi in un posto radicale, isolato e sconosciuto, senza più un bus a riportarci alla sicurezza di una civiltà a cui siamo abituati… e questo splendido esemplare di italiano pretende di essere pagato in anticipo per promesse che capiamo non verranno mantenute.
La sensazione è quella di essere stati truffati.
Ma anche incastrati.
Ma anche senza un posto dove passare la notte.
Sprezzanti del pericolo decidiamo di non accettare la resa. Non paghiamo. Ce ne andiamo.
Complice Lina, un’olandese allampanata già incontrata in un ostello hippy di Las Palmas e affetta da una sindrome psicologica di cui non ricorderò mai il nome, troviamo un rastone locale (con “novia” italiana) che ci affitta una gradevole, giustamente malandata, casettina vista mare!
Passiamo la sera cenando per pochi euro nell’unico posticino imboscato che ci benedice con la gentilezza di alcuni Canarioni veri educati alla semplicità di una piccola comunità di pescatori.
Dormiamo protetti dalle montagne, con il suono delle onde del mare e dei grilli.
Il cellulare non prende.
Internet è un problema (considerando che non dovrei essere in vacanza).
Ma tutto acquista un senso, un senso prezioso, un senso misterioso che non è possibile descrivere ma solo contemplare.
Ho lasciato Las Palmas.
E bisogna dirlo: si comincia bene!